Guida alla gestione dei rischi più frequenti lungo la catena del freddo

Catena del Freddo

Guida alla gestione dei rischi più frequenti lungo la catena del freddo

I dati che emergono dalle analisi e ricerche degli ultimi tre anni sono implacabili:

Nel mercato globale del settore farmaceutico più di 35 miliardi dollari di perdite sono associati a problemi scaturiti da una cattiva gestione della catena del freddo.
Mentre in tutta l’Unione Europea, circa il 40% del cibo prodotto non riesce a raggiungere le nostre tavole a causa del deperimento, conseguente da errori nel trasporto merci.

Proprio il “deperimento della merce” è il problema da cui partire per capire quanto sia importante saper gestire al meglio i rischi più frequenti durante il trasporto e quanto sia fondamentale sapersi districare nel pericoloso tunnel della catena del freddo.

 

Gestione dei rischi lungo il trasporto

In questo settore, dobbiamo essere coerenti e partire da un presupposto: il rischio non può essere del tutto debellato. La nostra esperienza ci insegna che nell’attuale catena del freddo intermodale end-to-end, è semplicemente impossibile non trovarsi almeno una volta difronte a problemi di questa natura.

Questo è il motivo per cui tutta la nostra attività e la tecnologia che mettiamo in campo mira al monitoraggio, controllo, identificazione dei presunti o probabili problemi. Sappiamo bene che non possiamo evitarli tutti, ma possiamo impegnarci affinché con tecnologie all’avanguardia possiamo predirli o individuarli in tempo e porre immediatamente rimedio al problema.

Pensiamo che tutti i responsabili della catena di approvvigionamento si debbano interessare soprattutto a quella che è l’identificazione e il monitoraggio dei potenziali rischi e dotarsi di strumenti ed equipaggiamenti adeguati a minimizzarli.

 

Come identificare il rischio di ogni fase della catena del freddo

Se è vero che i responsabili dovrebbero interessarsi soprattutto all’identificazione dei presunti rischi e anche vero che saperli individuare non è facile. Questo perché, la lunghezza di tutte le potenziali catene del freddo è molto eterogenea e soprattutto elevata. Basti pensare che nella distribuzione alimentare alcuni viaggi superano le 1500 miglia. Inoltre, Il controllo per ogni punto di incontro non è sempre monitorabile e questo rende le cose molto più difficili.

Ma quindi qual è il miglior modo per identificare e quantificare il rischio per ogni principale fase della catena del freddo?  Probabilmente un modo migliore in assoluto non esiste ma pensiamo che monitorando le fasi principali del trasporto sia possibile individuare quello che ci interessa veramente.

Fase Iniziale: il punto di origine del carico

Dobbiamo essere sicuri della stabilità del prodotto. Tutti i prodotti devono essere preparati in modo tale che possano mantenersi entro un intervallo di temperatura accettabile in base al possibile deterioramento. Il controllo della temperatura già in questa fase è fondamentale, dobbiamo valutare se i materiali isolanti e i refrigeranti che stiamo utilizzando sono i più adatti rispetto al carico che stiamo trasportando.

Fase intermedia: il trasporto della merce

Vanno fatte delle scelte, sul percorso e sulla tipologia di trasporto.
Vanno considerate tutte le variabili del caso. Se scegliamo il trasporto su gomma, dobbiamo valutare l’intensità probabile del traffico, le condizioni climatiche esterne, ma anche eventuali problematiche dovute a interruzioni e lavori in corso. Se la nostra merce viaggerà in parte su strada e in parte su nave, dovremo tenerne conto per valutare al meglio i rischi del passaggio. Rischi che aumenteranno quando il trasporto prevede passaggi intermedi maggiori.

Fase finale: consegna al cliente

Qui entrano in gioco i protocolli di consegna. Tutti gli standard di consegna dovranno essere rispettati.
In questa fase è ancora più semplice e comune “perdere” il carico. Basta un piccolo errore nelle fasi di pre-raffreddamento o apertura degli sportelli.

 

Concludiamo affermando con certezza che conoscere i rischi e solo il 50% del lavoro, il restante è creare un piano d’azione per affrontare le emergenze e soprattutto dotarsi di strumentazioni adeguate che allertino in tempo il trasportatore di anomalie o stranezze al carico. La possibilità di monitorare costantemente il carico ed essere avvertiti in caso di problematiche permette ai professionisti del settore di minimizzare i rischi ed affrontarli con maggiore consapevolezza.